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La Vergine e la Femme Fatale (La Vierge et la Femme Fatale). L’eterno femminino nell’immaginario gra


Indagine nella cultura figurativa europea tra Otto e Novecento concentrandosi sull’immaginario legato all’“eterno femminino”. Le oltre 400 opere grafiche riprodotte, perlopiù incisioni e illustrazioni di libri e riviste, riflettono l’idolatria esasperata di un’epoca per un universo femminile dalle mille sfaccettature e contraddizioni, alle soglie di un progresso e di un’emancipazione dei costumi ormai sentiti in tutta la loro impellente necessità. Artisti come Gustave Moreau, Aubrey Beardsley, Félicien Rops, Georges De Feure, Alfons Mucha, Max Klinger vanno a comporre un caleidoscopio che si delinea soprattutto nella fantasia maschile, modellando l’idea di donna su basi che da un lato ne rivendicano la libertà assoluta e l’estremo predominio, dall’altro la inchiodano a ruoli e archetipi rigidi e contrapposti, mitizzandone ed estremizzandone l’immagine: donna mercificata e sublimata, riprodotta in immagini simulacro di godimento estetico e sensuale, amplificata e proiettata dalla letteratura alle arti maggiori e minori. Fabrizio Borghini

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